martedì 16 aprile 2013

Dino Campana e i boschi verticali




Da Bologna a Milano in un'ora e mezza.
Il treno di nuovissima concezione fa una spietata concorrenza alle ferrovie dello stato.
E' pulito comodo ordinato.
I passeggeri mangiano cibo in vaschetta.
Ognuno ha la sua dotazione con cui interagire: telefono cellulare portatile ipad iphone.
Passa un hostess che al telefono sta parlando con un collega:
"C'è un signore che non ha il biglietto né soldi né documenti".
Un' evenienza che sembrerebbe assolutamente non prevista su questi treni. 
L' hostess ripassa con il suo collega.
Non assisto a come tratteranno il caso imprevisto.
Ho in mente decine di queste scene su i vecchi treni.
Capi treni agenti ferroviari venditori abusivi famiglie rumorose giovinastri nascosti nei bagni o sepolti sotto i bagagli.
Milano porta Garibaldi. Quartiere Isola.
Grattacieli di vetro guardano lo scalo ferroviario.
Altri in costruzione realizzeranno dei "boschi verticali" rimpiazzando il parco che c' era al loro posto. 
Il quartiere porta questo nome per via della sua posizione in città.
La stazione centrale e la tangenziale lo isolano a nord ovest. Un'isola.
12.000 euro al metro quadro per un appartamento nei nuovi grattacieli.
Ai loro piedi un esteso mercato occupa le strade il martedì e il sabato.
Fragole grandi come pomodori, pomodori come arance, arance come meloni, meloni come angurie.
Tutte le stagioni su di una bancarella. Prezzi ultraconvenienti e prezzi inaccessibili.
Il quartiere isola è un arcipelago di isolotti. Alcuni di questi sono delle botteghe che sopravvivono.
La libreria B**K ha issato la sua bandiera da poco.
Chiara e Diletta la tengono ben piantata.
Questa sera il quartiere è abbastanza deserto. Lo sciopero dei mezzi pubblici ha paralizzato la città.
Nella piccola libreria ci siamo io e Luca Falorni a parlare di Dino Campana e del libro a fumetti su di lui che ho realizzato con Simone.
Dino è stato un errante instancabile.
Da Marradi raggiungeva Firenze a piedi e così attraversava l'Appennino Tosco romagnolo.
Ha viaggiato anche all'estero visitando biblioteche e imparando così le lingue.
E' stato tra i primi a leggere poeti non ancora tradotti in Italia all'epoca.
Essere poeta per lui è stata una disgrazia.
Il viaggiare lasciava su di lui delle cicatrici che sfociavano nella sua poesia.
Le valli che ha attraversato Dino sono ora solcate da viadotti autostrade linee ferroviarie ad alta velocità.
Una rete di collegamenti mai sazia di efficienza unisce i grandi centri.
Tutta la periferia tende alla desertificazione.
La convenienza di spostarsi in tempi brevi è sempre più alla portata di tutti.
Quando questo accade ogni altro inconveniente tende a sparire.
Accorciare i tempi è un diktat impietoso.
Partire da Milano per arrivare a Bologna significa attraversare un bel pezzo di territorio.
Ho impiegato un'ora e mezza.
Il tempo per stendere queste note e guardare appena la copertina di un libro.
Non avevo nessuna fretta.
Lo giuro.


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